Anche lui era entrato nella mia vita per caso, all’età di circa tre mesi, nel giugno del 1999.. sottratto con l’inganno ad una collega che voleva portarlo in campagna per farci giocare i figli per l’estate e poi lasciarlo lì. Non sapeva dove metterlo fino al giorno dopo (a casa no, per carità), così mi offersi di ospitarlo per una notte. La mattina dopo le riportai la gabbietta vuota, e le dissi di comprare un peluche.
Così Nicky-Nicky arrivò a casa nostra per rimanere, per farsi spazio nelle nostre vite e cambiarle a poco a poco. Più un cane che un gatto in certe manifestazioni, gli piaceva riportare la pallina e parare i gol (un vero portiere), ti veniva incontro per farti le feste quando tornavi, e in casa era la mia ombra.. l’adorazione incondizionata, quasi monomaniacale con cui si era attaccato era commovente.
Chi dice che i gatti hanno un carattere indipendente e che non si affezionano alle persone non ha mai avuto la fortuna di conoscere un gattino come Nicky.. lui ti osservava, e sapeva quando stavi male, quando eri nervoso, quando avevi bisogno di conforto. E allora lui arrivava, si metteva piano ai tuoi piedi, poi si allungava e ti appoggiava delicatamente la sua morbida zampina sulla guancia, guardandoti dolcemente negli occhi. Durante i brutti periodi, nei momenti difficili, mi giravo e Nicky era lì, vicino a me, silenzioso guardiano e protettore.
Nicky era anche un gatto “bambolo”... potevi prenderlo, sbaciucchiarlo, rigirarlo, dormirci abbracciata.. lui si faceva fare di tutto, si abbandonava, ben felice di essere vicino a te.
Gli piaceva sentirmi cantare, e quando lo facevo cercava in tutti i modi di salirmi in braccio, qualsiasi cosa stessi facendo...
Come succede per tutte le cose che diamo per scontate, non avevo chiaro l’esatto valore della sua presenza.. finchè non si è ammalato. Un cancro, localizzato sul lato del naso, inoperabile. Difficile all’inizio da diagnosticare, difficile da catalogare, infido e violento. A Dicembre, dopo mesi di analisi e ricerche, la sentenza: gli rimane pochissimo da vivere, al massimo qualche settimana.
E solo allora, davanti a questo dolore, riuscii a capire cosa rappresentasse Nicky per me, di unico e irripetibile.
Ma Nicky, eccezionale come sempre, decise di fare a modo suo... decise di mangiare ancora un bel po’ di pappa, fare parecchi pisolini, di continuare a saltare per bere dai lavandini e, sopratutto, avere tutte le canzoni, le attenzioni e le coccole che poteva, finchè poteva.. la sua incredibile voglia di vivere e la sua resistenza erano ogni giorno più sorprendenti.. sopratutto per un gatto che sembrava così tenero e fragile. Il suo amore per noi e per la vita lo spingeva a combattere come non avevo mai visto fare nessuno, uomo o animale, e giocare fino all’ultima mossa la sua impossibile partita con la morte.
Fino all’ultimo giorno la sua volontà di vivere è rimasta ferrea, e innegabile, così come la sua dignità.
Ma mercoledì 1° maggio, alle 4 di mattina, Nicky ha terminato la sua battaglia e ci ha lasciati, dopo aver dimostrato quello che voleva dimostrare..
Era ormai uno scheletrino privo di forze, però due sere prima di andarsene, con quello che credo sia stato uno sforzo sovrumano, era venuto a mettersi sul tappetino del bagno mentre facevo la doccia, come era solito fare quando stava bene; e fino a pochi istanti prima di morire, ancora cercava di sollevarsi per camminare da solo, per venire più vicino..
Ora riposa in un giardino vicino al mare, accanto al suo fratellone Smiri.
Nella scatola con Nicky, sotto di lui, ho messo un pezzo del mio cuscino, quello su cui dormivamo tutti e due (lui sopra, e io con la testa in un angolino, per la verità..). Ho tagliato il cuscino perchè tutto non entrava, ovviamente... così almeno continua a riposare nel suo posto preferito.
Al collo porta un campanellino d’argento, per farsi sentire quando arriva, e con lui c’è la sua pallina, così può continuare a giocare in porta, come gli piaceva fare da piccolo.
Non avrei mai detto che quel mio dolce micio potesse avere tanto coraggio e determinazione ma, alla fine della sua vita, dopo tanti anni, è riuscito a mostrarmi quello che aveva cercato di dirmi da sempre, e che io non avevo capito: quanto amore e valore possano esserci veramente in un cuore di gatto.
Grazie Nicky, per aver percorso con noi questo tratto di strada.
Loredana, Tommaso, Mandy, Pissico, Patty, Scacco, Jimy e Ciuccio
“Chi vince prende tutto
Non ho voglia di parlare
Di quello che abbiamo attraversato
Anche se fa ancora male, ora è acqua passata
Ho giocato tutte le mie carte, e lo hai fatto anche tu
Non c’è altro da dire, nessun altro asso da giocare
Il vincitore prende tutto,
il perdente non vale nulla
di fronte alla vittoria,
questo è il suo destino.
Ero tra le tue braccia,
pensavo che quello fosse il mio posto
immaginavo fosse sensato costruirmi un riparo
costruirmi una casa
pensando che lì sarei stato forte
ma sono stato sciocco
a giocare secondo le regole.
Gli dei possono tirare i dadi,
Le loro menti fredde come il ghiaccio,
e qualcuno quaggiù
perde qualcuno caro.
Il vincitore prende tutto,
lo sconfitto deve cadere
è chiaro e semplice,
perchè dovrei lamentarmi?
Dimmi, gli altri ti amano
Come ti amavo io?
Ti senti nello stesso modo,
quando ti chiamano per nome?
Da qualche parte dentro di te,
certamente sai che mi manchi
ma cosa posso dire,
le regole vanno rispettate.
I giudici decidono,
quelli come me devono arrendersi,
semplici spettatori,
rimangono in platea.
Il gioco è sempre quello:
un gatto o un amico,
cose grandi o piccole,
chi vince prende tutto.
Non ho voglia di parlare,
mi fa sentire triste,
Ma posso capire perchè
Sei venuta a salutarmi
Chiedo scusa se ti fa star male
Vedermi cosi giù, senza più fiducia, ma vedi..
Chi vince prende tutto...
Chi vince, prende tutto...”
(liberamente tratto da "The Winner takes it all" , ABBA)
(liberamente tratto da "The Winner takes it all" , ABBA)