6 gennaio 2006: faccio il solito giro, la solita passeggiata invernale per il quartiere, con Perla e Mandy, le mie due cagnoline. Perla improvvisamente cambia strada e io per assecondarla attraverso.. e mi porta dove, sdraiato su un fianco tra la ruota di una macchina e il marciapiede, giace un bellissimo gatto bianco. Sembra paralizzato, o privo di forze. Ci avviciniamo, ma lui non si muove. Sulla schiena una protuberanza enorme, tutta nera, e una mesta paura negli occhi. Pelo intriso di olio e sporcizia…. Che fare? Non ho niente per prenderlo, due cani al guinzaglio… ci provo. Andiamo subito a casa a prendere un trasportino e torniamo a cercarlo in macchina.. incredibile, è ancora lì, sembra che aspetti. Si fa prendere senza fiatare, e di corsa alla clinica veterinaria. Mi dicono che è quasi cieco e sordo, che non può stare in strada. Facciamo delle analisi, per capire la sua situazione, intanto l’unica soluzione che posso trovare è ospitalità in una cantina (ben areata) per qualche giorno. Cibo, copertina di pile… Meglio del freddo della strada.. Lui fa le fusa e sembra tranquillo.
Fiocco era un gattino positivo alla FIV, l’immunodeficienza virale felina… Riuscimmo a ricostruire la sua storia.. abbandonato in strada da cucciolo per questo motivo, aveva vissuto per anni sotto una macchina, in una vicina colonia felina. Portato in casa occasionalmente da un signore che curava la colonia, era stato sempre rimesso in strada, nonostante i suoi handicap. Aveva all’epoca forse intorno ai sei anni.
I botti e i fuochi di fine anno lo avevano fatto scappare e, lontano dal suo posto abituale senza avere la possibilità di tornare indietro, era rimasto immobile in quel rigagnolo per giorni.
Fu così che Fiocco entrò a fare parte della nostra vita. In questi tre anni e mezzo vissuti con la mia famiglia, più volte è stato in pericolo di vita e ogni cura possibile è stata tentata. E lui ce la faceva sempre, sembrava un miracolo vivente, una specie di angelo bianco con il dono di rimanere in vita nonostante tutte le previsioni.
Fiocco, detto Ciccius per i suoi tratti paffuti e serafici, con i suoi placidi occhi – uno giallo come il sole e uno azzurro come il mare – accarezzava il mondo intorno a sé e trasmetteva il suo amore e la sua gratitudine. Con i suoi modi discreti e gentili, trovava sempre il modo di avvicinarsi e di far capire che lui era sempre lì con te, un punto fermo durante momenti familiari drammatici e difficilissimi.
Non avendo mai avuto modo né la spensieratezza per giocare, non sapeva neanche cosa fare di una pallina o di un topino di pezza.. e li lasciava quietamente al loro posto, con un po’ di imbarazzo.
Se c’è una cosa che si può dire di Fiocco, è che ha lottato con tutte le sue forze per vivere… era ancora abbastanza giovane e io sono certa che se fosse stato per lui avrebbe ancora tenuto duro..
Ma il dolore era troppo, l’infezione che lo divorava e che non siamo riusciti a debellare lo stava consumando. L’anemia lo aveva devastato e due trasfusioni erano servite solo a poco. A regalare a lui un po’ di tempo e a regalare a noi una illusione.
Venerdì 24 luglio, con l’ennesimo intervento d’urgenza ci è stato detto: “lasciatelo andare, non risvegliatelo..”
Non so ancora se sia stata la cosa giusta da fare e me lo chiederò per sempre, ma so che sicuramente è stata la più difficile. E abbiamo lasciato che il nostro angelo volasse via.
Sentivo di dovergli almeno questo: che la sua esistenza fosse conosciuta e la sua morte non passasse inosservata. Perché lui a noi ha dato tanto e gliene saremo sempre grati.
Fiocco ora riposa vicino a Miss Chi chi, che fu sua compagna per un breve periodo. Anche Perla lo aspettava, e spero che anche stavolta sia riuscita a trovarlo e a mostragli la strada verso la sua nuova casa… dove il dolore non possa raggiungerlo mai più.
Loredana
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